La sagace penna di Woody Allen torna ad arricchire il cartolaio consumando fogli su fogli nei riguardi di una Londra che per la quarta volta firma il contratto che la vincola a mettere su il palcoscenico ideale, dopo i brillanti risultati ottenuti con Match Point e Scoop, qualcosa in meno con Sogni e delitti, a rappresentare il nuovo atto della commedia umana che l’instancabile 75enne regista newyorchese continua a elaborare da una quarantina d’anni a questa parte.
Su uno spunto di partenza dato da una frase nel repertorio delle cartomanti: "Incontrerai uno sconosciuto alto e bruno" per non fare pesare i soldi spesi, seguiamo le stropicciate esistenze di Helena - sedotta dalle lusinghe di una veggente, appunto, dopo che il marito Alfie, sorpresosi una notte a pensare all’eternità e lasciatosi prendere da panico smodato, decide di riacciuffare la gioventù spedendo la chiave di casa alla rottamazione per arrivare infine a contrarre matrimonio con Charmaine, un’attricetta che fino a qualche tempo prima arrotondava con il mestiere e che, oltre a una testa che definire vuota sarebbe fin troppo generoso, non si impegna granché a far sì che il passato non torni a farsi vivo - e di sua figlia Sally, il cui ménage con Roy è messo a dura prova dall’incapacità di questi di dare seguito a un fortunato romanzo di esordio, oltre che dal voler rimandare troppo a lungo la scelta di rapporti sessuali senza protezione. E certo la cocciutaggine nel non voler soffiare via la polvere a una laurea in medicina non aiuta.
Due donne forti, Helena e Sally; ma di una forza che in un mondo perfetto avrebbero in orrore: l’una che la alimenta con un mazzo di carte assurto a dogma (lacerante e indimenticabile il primissimo piano di Sally alla constatazione che la madre è definitivamente perduta), l’altra con la sofferta accettazione che solo il divorzio può (forse) ricucire gli strappi di una vita spesa a incoraggiare il marito nonostante tutto e a riservare un posto di secondo ordine alle aspirazioni personali: leggi laurea in Storia dell’arte e desiderio di aprire una galleria, che avrebbe tutto da guadagnare da un fiuto come pochi nello scoprire nuovi talenti.
In mezzo: tradimenti prima solo immaginati e poi consumati (un’affascinante dirimpettaia di Sally e Roy); soltanto vagheggiati (Sally nei confronti di Greg, suo datore di lavoro presso una delle gallerie d’arte più quotate in città: commovente - forse la scena più bella del film - la gioia della donna nel provare un paio di costosi orecchini che Greg vuole regalare alla moglie e per i quali ha bisogno di un parere femminile); un crimine fra i più vigliacchi.
Commentato da una non invadente voce narrante, Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni è una pellicola di ottimo intrattenimento alla quale spiace tuttavia non riconoscere piena soddisfazione: plasmati da Allen, certo, i personaggi, anche quelli di contorno, non possono non lasciare tutti il segno; il racconto oscilla senza fratture nette fra una prima parte più leggera e una seconda dai toni più drammatici, quando non tragici, e le battute divertenti non mancano, anche se francamente si possono contare sulle dita di una mano. Quello per cui ci si rammarica, e che di fatto inficia l’opera nel suo complesso, è la mancanza di un finale alle storie, umanamente appassionanti, di Alfie (che subirà la definitiva umiliazione nella decisione di far effettuare il test del DNA all’agognato figlio maschio), di Sally e soprattutto di Roy. Per loro nessuna illusione, solo scatole e scatole di medicine.
Regia: Woody Allen. Interpreti: Antonio Banderas, Naomi Watts, Anthony Hopkins, Josh Brolin, Gemma Jones, Freida Pinto, Lucy Punch. Titolo originale: You Will Meet a Tall Dark Stranger. Genere: Commedia romantica. Durata: 98 min. Produzione: USA, Spagna 2010
Originariamente pubblicato su Il Giornale di Puglia in data 11 dicembre 2010
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