mercoledì 20 maggio 2009

Identikit di un delitto



Il cartellino del detective Erroll Babbage non evoca più da tempo il dolce riposo promesso dalla timbratura in uscita. No, perché Erroll Babbage ha guardato troppo a lungo nell’abisso e combattuto contro tanti, troppi, draghi. E, alla fine, l’abisso ha guardato in lui, che si è trasformato in un drago.
18 anni di servizio possono tarlare come 18 anni di galera, magari da innocente, la psiche di un uomo che ha la non facile responsabilità di un gregge tutto particolare (The Flock, il gregge, appunto, è il titolo originale del film): condannati per reati legati alla sfera sessuale in libertà vigilata: stupratori, sequestratori, molestatori di adolescenti, di bambini, di animali, guardoni e via discorrendo. Una sfilza di pervertiti che periodicamente devono essere sottoposti a un questionario avente la funzione di attestare o meno la non pericolosità del loro vivere fra la gente. E se ciò non dovesse dare sufficienti garanzie, niente di più incisivamente preventivo che indossare un passamontagna e giù botte con la mazza in strada alla pecorella macchiatasi soltanto di aver squadrato con un surplus di insistenza un gruppetto di ragazzine.
Ora, l’auto lo sta traghettando spedita verso la fine dei suoi giorni da vigilante: l’ultimo pestaggio ha deciso per lui un 'pensionamento' in anticipo su quello già comunicatogli dal suo superiore, ormai non più disposto a tollerare metodi da giustiziere della notte.
L’uomo Erroll Babbage ha però una coscienza che non gli permette di limitarsi a liberare la postazione di lavoro: il lamento di dolore e gli occhi mai riarsi dei tanti genitori ai quali fa visita per riaccendere la speranza almeno di poter dare degna sepoltura ai figli sottratti loro da mani insensibili, fa rombare il motore e sollevare spessi nugoli di polvere del deserto: è quasi certo, infatti, di aver individuato il luogo di tumulazione di alcune vittime di uno dei maniaci appartenenti alla sua cerchia di sorvegliati.
Prima regia americana di Andrew Lau, talentuoso quanto artisticamente discontinuo regista di Hong Kong, comunque già in una posizione di rispetto negli annali del thriller con la trilogia di Infernal Affairs ( dal cui primo capitolo Martin Scorsese ha ricavato nel 2006 la pellicola che gli ha consegnato l’Oscar tante volte solo sfiorato: The Departed), Identikit di un delitto non ha fatto in tempo a raccogliere ai botteghini Usa gli incassi sperati, in considerazione anche di una coppia di protagonisti di sicuro richiamo, dal momento che è stato proiettato solo al Festival di Palm Beach, per finire poi a rischio polvere fra gli scaffali dei dvd.
Francamente, sfuggono i motivi di cotanta disfatta. Certo, l’indimenticabilità è lontana e la versione qui recensita non gode del director's cut, ma non vuol dire poi molto: il soggetto scuote e Richard Gere sfiora il sublime nel caratterizzare un uomo di legge che si spera abbia conosciuto giorni migliori prima che la sicurezza della società lo divorasse dall’interno. Un’ossessione per nulla magnifica che gli fa trascorrere le giornate, quando non deve mettere sotto torchio nessuno, a cerchiare sul giornale i crimini a sfondo sessuale le cui modalità potrebbero far risalire a uno dei suoi vigilati. Non riesce a smettere di imbrattare carta neanche quando mangia, in questo richiamando il benemerito e certamente più 'leggero' Marion Cobretti, detto Cobra, di Sylvester Stallone, incancellabile quando si produce nella manutenzione della sua pistola masticando un trancio di pizza precedentemente tranciato con le forbici.
Curriculum per larga parte inattaccabile, con una gemma quale la Giulietta dello sfolgorante Romeo + Giulietta di William Shakespeare di Baz Moulin Rouge Luhrmann, Claire Danes è la scelta di Lau per dar corpo alla fresca di nomina Allison Lowry.
Occhi che irradiano contagiosa positività e un sorriso largo e schietto, l’agente Lowry si presenta da subito come l’antidoto alle pulsioni autodistruttive di Babbage, di cui è destinata a prendere il posto.
Babbage ha tuttavia la presunzione di non aver bisogno di alcuna “cura” e con la giovane collega, alla quale deve insegnare il più possibile nel tempo rimastogli, non sono logicamente scintille, visto soprattutto che questa, pur volenterosa e dedita alla causa, non esita a sbattergli in faccia le sue nevrosi. "Tu non parli. Interroghi!" è la sferzante osservazione durante un drink in casa di lei. Dove, finalmente, Babbage riesce a liberarsi da sé stesso lasciandosi sedurre da repentino sonno su un divano.
Forte di una decisa mancanza di accondiscendenza nei confronti dello spettatore (“Tutti abbiamo delle fantasie sessuali”, incalza Babbage rivolgendosi a uno dei suoi “assistiti”), Identikit di un delitto annovera almeno una sequenza di forte tensione e insopprimibile disgusto: l’irruzione dei due agenti federali nello 'studio' fotografico del presunto rapitore di una minorenne (sulla cui scomparsa si snoda la trama del film). Qui, all’incrocio fra il bosco di Biancaneve e il rifugio di Buffalo Bill ne Il silenzio degli innocenti, immagini e suoni si fanno sintesi definitiva di una società cronicamente votata alla perversione, e la scelta di girare quasi tutto dal punto di vista della Lowry sembra voler avallare la necessità della perdita di una purezza di ideali a favore del profondo nero di cui si arma il 'nemico'.

Originariamente pubblicato, fatte salve alcune modifiche, sul quotidiano il Levante nel mese di Agosto 2008.

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