domenica 12 luglio 2009

Planet Terror



Lungi dall’apparire un puro e semplice sfoggio di abilità nel muovere il mouse, il più massiccio piegare ad arte le mirabilie del digitale in modalità Old movie consente a Planet Terror, atto secondo del progetto Grindhouse, introdotto qualche mese prima da Quentin Tarantino con A prova di morte, di meglio risuscitare sugli smaliziati schermi di oggidì un modello di cinema, il Grindhouse, appunto, caratterizzato da trame assai poco edulcorate che fra gli anni 60 e 70, in America, trastullava il pubblico di solito con due film proiettati in sequenza (negli States e in Inghilterra si è potuto apprezzare il cimento di Tarantino e Rodriguez secondo questa modalità) e spesso flagellati da bruciature, spezzoni mancanti e svariati altri danni in ordine sparso originati da una cronica scarsità di copie, e quindi dall’intensivo sfruttamento delle stesse.
Il pirotecnico Robert Rodriguez sa di non poter contare su una sceneggiatura che faccia dell’originalità la propria carta vincente (di nuovo un atto di denuncia contro l’incontrollabilità di armi - di natura chimica, in questo caso - che dovrebbero 'proteggere' e che invece si rivelano esecutrici senza preferenza per alcuno della Signora con la falce, ancora un film sugli zombie) e sfugge con abilità la tentazione di farsene un cruccio.
No, questa del cineasta texano è una pellicola che abbiamo già visto tante altre volte e magari ci è anche piaciuta di più, ma che non possiamo costringerci a non rivedere: le traiettorie della macchina da presa sulle imprescindibili coordinate di Romero, con generose porzioni di prelibatezze carpenteriane e una nube verde che tramuta in famelici mostri che pare arrivare dritta dal cult I Diafanoidi vengono da Marte del nostro Antonio Margheriti fanno di Planet Terror una trasferta nei territori della paura di allarmante (per i nervi e lo stomaco del pubblico) efficacia.
Rose McGowan regala a Cherry Darling un’avvenenza che lacrime avverse a tentazioni di compatimento non fanno che esaltare e una stella nel firmamento delle donne in azione fra la Ripley di Alien e la Alice di Resident Evil. La sequenza che vede il suo ex innestarle un mitra al posto della gamba destra che uno zombie dalle sgraziate maniere aveva deciso di consumare per cena non sfigurerebbe in una lista delle dieci scene d’amore più bizzarre di sempre.
All’epoca, di Terminator 2 - Il giorno del giudizio si scrisse che era un film violentissimo contro la guerra. Con gli opportuni distinguo, stesso discorso potrebbe farsi per Planet Terror, che, di fatto, provoca sincero disturbo non nella scrupolosa sequela di morti ammazzati quanto nel brano che vede, in un ospedale, sciorinate su un monitor le menomazioni che affliggono i soldati coinvolti nella campagna in Iraq.






















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